Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XX – 25 marzo 2023.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

In Ucraina uno studio sul long-COVID rileva lo stile di vita non salutare tra i fattori di rischio. Mentre Zelensky denuncia la “ferocia bestiale” della Russia, che intanto premia il pilota che ha abbattuto il drone USA, la popolazione dell’Ucraina affronta anche gli effetti del long-COVID. I sintomi comuni, ha rilevato uno studio di Iryna Muzyka e colleghe pubblicato online mercoledì 22, sono associati a manifestazioni neuro-cognitive e algiche. La prevalenza del long-COVID è risultata del 23%, con questi fattori di rischio “centrati sulla fisiologia”: sesso femminile, età superiore ai 38 anni, stile di vita non salutare, indice di massa corporea (BMI) elevato, alto livello dei marker di infiammazione durante l’infezione da SARS-CoV-2. [cfr. Muzyka I., et al., Inflammofarmacology – AOP doi: 10.1007/s10787-023-01177-1, 2023].

 

I maltrattamenti infantili alterano lo sviluppo cerebrale di aree di assoluta importanza. Una meta-analisi di 45 studi, per un totale di 2550 bambini sottoposti a maltrattamenti confrontati con 3739 bambini non maltrattati, ha rilevato deficit strutturali nei giri cingolato mediano e paracingolato, assottigliamento corticale nel giro frontale medio di sinistra, giro cingolato anteriore di destra e riduzione del volume della materia grigia nell’area motoria supplementare. Questi effetti dei traumi psichici precoci non riguardano solo la regolazione dello stress e la fisiologia affettiva e sociale, ma anche le funzioni cognitive. [Cfr. Wei Yang et al. Psychological Medicine – AOP doi: 10.1017/S0033291723000661, Mar 22, 2023].

 

Cosa rivela l’analisi funzionale di alto rendimento dei geni dell’autismo in Danio rerio. L’analisi funzionale di 10 geni ASD (autism spectrum disorder) a livello comportamentale, strutturale e di circuito, in mutanti di Danio rerio, ha rivelato gli effetti della perdita di funzione genica. Mediante mappatura dell’encefalo si sono identificati il proencefalo e il cervelletto quali maggiori responsabili delle differenze di dimensioni anatomiche, mentre le regioni implicate nel controllo senso-motorio, particolarmente le dopaminergiche, sono associate ad alterata attività cerebrale di base. L’incremento globale della microglia per la perdita di funzione dei geni ASD implica una disfunzione neuroimmunitaria quale elemento rilevante della biologia di questi disturbi. [Cfr. Mendes H. W. et al., Cell Rep. 42 (3): 112243, 2023].

 

L’identità dei neuroni definisce la tossicità delle proteine patogene di Parkinson e Alzheimer. Le proprietà intrinseche del tipo cellulare neuronico si sono rivelate in grado di modulare la tossicità di α-sinucleina e tau in Drosophila, e i geni marker di vulnerabilità o resistenza nell’uomo come nel moscerino sono modificatori della tossicità. Roman Praschberger e colleghi hanno anche rilevato che l’omeostasi del calcio e le vie sinaptiche modulano la tossicità della tau. Infine, le vie che definiscono la vulnerabilità nell’insetto, nell’uomo indicano il tipo di neurone affetto. [Cfr. Praschberger R., et al., Neuron – AOP doi: 10.1016/j.neuron.2023.02.033, March 21, 2023].

 

I colpi di testa nel calcio accrescono il rischio di malattie neurodegenerative? 6007 giocatori di calcio svedesi (510 portieri) e un numero superiore di controlli sono stati studiati e monitorati in una indagine clinico-epidemiologica nazionale in Svezia, inizialmente concepita su 7386 calciatori professionisti e dilettanti che avessero disputato almeno un incontro di calcio nel campionato ufficiale tra il 1924 e il 2019. Al follow-up l’8,9% dei calciatori è risultato affetto da una malattia neurodegenerativa contro il 6,2% dei non calciatori. L’Alzheimer e altre demenze erano più frequenti nei giocatori di calcio rispetto ai controlli, mentre la SLA – a differenza di quanto si temeva – non ha presentato una maggiore frequenza; la malattia di Parkinson era meno frequente tra i calciatori. Il rischio di malattia neurodegenerativa era maggiore per i giocatori di movimento e non per i portieri. [Cfr. Peter Ueda et al., The Lancet – AOP doi: 10.1016/S2468-2667(23)00027-0, 2023].

 

L’azione anti-infiammatoria dei flavonoidi contrasta Alzheimer, Parkinson e ictus ischemico. Ai flavonoidi, la classe più comune di polifenoli ad azione antiossidante presente nella frutta e in tanti altri alimenti di origine vegetale, abbiamo dedicato sempre molta attenzione e trattazioni dettagliate. Ora, una rassegna di nuovi studi sulle proprietà anti-infiammatorie di quercetina, epigallocatechina-3-gallate e miricetina nell’ictus ischemico focale, nell’Alzheimer e nel Parkinson, dimostra che queste molecole riducono la microglia attivata e varie citochine proinfiammatorie e, inoltre, inattivano i fattori di trascrizione correlati a infiammazione e inflammasomi. [Cfr. Hilda Martinez-Coria et al., Int J Mol Sci. 24 (5): 4297, 2023].

 

Come un minuscolo gamberetto genera uno sparo con un movimento ultrarapido. L’efficacia della sezione motoria del sistema nervoso del pistol shrimp, un piccolo gambero che batte le chele producendo un rumore simile allo sparo di un’arma da fuoco, è stata documentata da una videocamera annessa a un microscopio. Un nuovo studio ha documentato che i giovani gamberi, a una velocità 20 volte superiore a quella dei genitori, compiono un movimento delle chele così rapido che ha richiesto una frequenza di 300.000 frame al secondo per essere rilevato; tale moto genera sott’acqua una bolla d’aria che esplode rilasciando un’onda di shock, un lampo di luce e l’effetto acustico di un potente colpo di arma da fuoco. Jacob Harrison della Duke University ha postato su YouTube una slow motion della scoperta, che rende visibile la formazione della bolla. [Cfr. Harrison J. S. & Patek S. N., Journal of Experimental Biology 226 (4): jeb244645, 2023].

 

I Cacatua di Goffin hanno rivelato un’abilità riconosciuta finora solo agli scimpanzé. Un bellissimo pappagallo bianco, che regge nel becco una vistosa bacchetta color fucsia, si ferma sospeso in volo a forza d’ali davanti alla sua elegante dimora temporanea dalle pareti di vetro, dove eseguirà un compito videoregistrato per un esperimento. È un Cacatua di Goffin o Cacatua goffiniana, una specie originaria dell’arcipelago indonesiano delle Tanimbar[1].

L’uso di set di strumenti costituisce uno degli esempi più elaborati di tecnologia animale e in natura questa abilità era stata documentata e riconosciuta solo agli scimpanzé; recentemente si è dimostrato che anche i Cacatua di Goffin la possiedono. Un criterio per giudicare il genuino impiego di un set di strumenti è il suo trasporto flessibile come strategia preventiva, prima di cominciare il lavoro: il secondo strumento non è cercato e trasportato dopo aver ottenuto un risultato col primo strumento e, dunque, il suo uso non è determinato dall’esito, ma è previsto in anticipo dall’animale.

In tre esperimenti controllati, Antonio J. Osuna-Mascarò e colleghi hanno rilevato e dimostrato che i Cacatua di Goffin possono innovare l’uso e trasportare un nuovo set di strumenti per l’impiego nel futuro immediato. [Cfr. Osuna-Mascarò A. J., et al., Current Biology 33 (5): 849-857.E4, March 13, 2023].

 

Nervo cranico zero: un incontro della Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia per promuoverne lo studio. Si sono prese le mosse dall’aggiornamento dello scorso anno (Note e Notizie 15-10-22 Il sesso e il nervo cranico zero) compiuto quindici anni dopo la pubblicazione del nostro articolo Il sesso e il nervo sconosciuto[2], che indusse a includere la trattazione del tredicesimo nervo cranico nelle lezioni di anatomia di varie facoltà mediche italiane, e si è discusso della mancanza di progetti di ricerca su questo nervo nel nostro paese, nonostante l’interesse suscitato da entrambi i nostri saggi. Si è convenuto che l’argomento, ancora familiare solo a una ristretta cerchia di specialisti, dovrebbe essere reso noto anche a coloro che sono più vicini alle fonti di finanziamento. Si nota, per inciso, che Wikipedia alla voce “nervo terminale” porta il collegamento esterno al nostro articolo del 2007, ma ancora ignora il nostro fondamentale aggiornamento del 2022. [BM&L-Italia, marzo 2023].

 

Risoluzione di un problema della terapia delle mutilazioni genitali femminili (FGM). La barbara pratica delle mutilazioni genitali femminili (FGM) esercitata nel nostro paese da immigrati come antico rituale tribale e dalla nostra società scientifica combattuta con un impegno al fianco delle associazioni umanitarie, lascia anche ferite invisibili della psiche che spesso richiedono un intervento terapeutico articolato e competente. Il desiderio di recuperare integrità e di cancellare gli effetti nel corpo e sulla mente della cruenta asportazione dei due terzi anteriori dei genitali esterni, porta sempre più spesso le donne a sottoporsi a terapia chirurgica ricostruttiva, ma frequentemente il decorso post-operatorio è problematico a causa di un tempo di riepitelizzazione del clitoride di circa tre mesi e, soprattutto, dello sviluppo di dolore cronico.

Enrico Tognazzo, Sarah Berndt e Jasmine Abdulcadir dell’Università di Ginevra hanno adottato nella terapia chirurgica ricostruttiva l’A-PRP (autologous platelet rich plasma) ottenendo in tutti i casi una riduzione significativa dei tempi di ricostituzione dell’epitelio e l’assenza di dolore vulvare cronico. Tutte le donne operate hanno dichiarato piena soddisfazione per il recupero della propria immagine corporea. [Cfr. Aesthet Surg J. – AOP doi: 10.1093/asj/sjac265, 2023].

 

Una possibilità per ritrovare il filo del discorso sull’uomo interrotto dalla distruttività. Quale eredità del Novecento e delle sue pratiche distruttive avviate dal pensiero di fine Ottocento, oggi la trasmissione attraverso l’educazione di compiuti modelli antropologici è diventata un’eccezione, mentre la regola è il vuoto interiore, nascosto a sé stessi dall’impegno nel perseguire interessi individualistici e nascosto al mondo dall’esibizione di “buoni sentimenti” ambientalisti e umanitari. Come in epoca antica sono in questione le cause di inimicizia nei rapporti umani (homo homini lupus) e la pretesa di ricevere, quale bisogno d’amore, senza la capacità di donare, quale arte di amare. In altri termini, come allora, ancora oggi è questione di limiti da superare e virtù da incarnare. E di virtù e passioni trattano Cartesio, Spinoza, Leibniz e tanti altri fino all’illuminismo, ma nel pensiero moderno l’interesse principale si è spostato dalla dimensione interiore a quella sociale.

Il filosofo moderno, forse seguendo uno stile inaugurato dagli empiristi inglesi, si tiene lontano da tentazioni pedagogiche e propone analisi della realtà invece di insegnamenti per migliorarla e, nello studio della dimensione sociale dell’uomo, Hobbes individua tre principali cause di contesa: “la competizione; secondariamente la diffidenza; in terzo luogo la gloria”[3].

L’idea che il filosofo Salvatore Natoli si è fatto dei rapporti interpersonali nella società contemporanea è ispirata a un crudo realismo che estende la prevalenza a generalità, e noi, pur augurandoci che la nostra visione, e nel nostro piccolo la nostra pratica di vita, non costituiscano isolate eccezioni, non possiamo ignorarla. Natoli prende le mosse dal costante combattersi degli uomini che, nel corso della storia, ha ceduto il passo in misura crescente alla possibilità di trattare, negoziare, contrattare, scambiare, invece di annientarsi a vicenda: trovare un accordo su una convenienza reciproca: “Un simile modo di rapportarsi è venuto mano a mano permeando quasi per intero le relazioni umane e, di fatto, le ha mutate tutte in relazioni di affari. […] Il nostro modo abituale di relazionarci ha assunto così il carattere proprio delle transazioni commerciali, e la ricerca di reciproci vantaggi impronta di sé i rapporti sociali e perfino i legami personali. […] A transazione avvenuta alcuni rapporti si estinguono e altri se ne tessono a seconda delle convenienze, ma senza obblighi di fedeltà. Accade perfino nelle relazioni intime. E così si sta con gli altri rimanendo estranei e soli. Non resta che comprarsi la compagnia”[4].

Dobbiamo dunque soccombere e accettare passivamente come stato di fatto ineluttabile la mercificazione e monetizzazione dei rapporti umani? Considerarla parte della realtà attuale inscindibilmente legata a tutte le contraddizioni e convenzioni del mondo contemporaneo, ossia una realtà globalizzata e, in quanto tale, impossibile da cambiare?

Eppure sappiamo che si tratta di un esito non intenzionalmente gestito dei grandi scontri ideologici del secolo scorso, in cui la battaglia tra capitalismo e comunismo ha lasciato in eredità la priorità dell’interesse economico, il conflitto fra religioni ha prodotto la tendenza a un passivo agnosticismo, le periodiche seduzioni nichiliste hanno indotto a ricondurre a ragione, attraverso la legittimità, le condotte autodistruttive. È necessario averne coscienza per poter scegliere e, soprattutto, sapere che non si è obbligati ad adeguarsi.

E se decidessimo di riprendere la riflessione sui rapporti interpersonali dal punto in cui l’aveva lasciata Kant?

È proprio quello che abbiamo fatto al seminario sull’Arte del Vivere.

Kant parlava di una insocievole socievolezza dell’uomo e la riportava al problema di contemperare le esigenze personali con quelle sociali. La via da percorrere, secondo il filosofo tedesco, è una riscoperta della sostanza delle virtù, a cominciare dall’integrità personale intesa come conformità agli imperativi, perché da questi contenuti autenticamente vissuti deriva il conferimento di valore ai rapporti e, in ultima analisi, il bene civile. Leggiamo Kant: “Siamo acculturati in alto grado grazie all’arte e alla scienza, siamo civilizzati, fino al fastidio, nei più svariati comportamenti sociali di garbo e decoro. Ma a poterci ritenere moralizzati manca ancora moltissimo” E infine: “Qualsiasi bene, ora, che non si innesti su un’intenzione moralmente buona è nient’altro che mera parvenza e rilucente miseria”[5].

Dunque, la sostanza delle virtù come esercizio individuale che, attraverso il conferimento di valore ai rapporti, si traduce in pratica sociale virtuosa se origina da una profonda moralizzazione della coscienza che genera le intenzioni. [BM&L-Italia, marzo 2023].

 

La mente medievale alle origini del mentale moderno e contemporaneo (X) è una tematica che stiamo sviluppando al Seminario sull’Arte del Vivere (v. Note e Notizie 21-01-23 Notule; Note e Notizie 28-01-23 Notule; Note e Notizie 04-02-23 Notule; Note e Notizie 11-02-23 Notule; Note e Notizie 18-02-23 Notule; Note e Notizie 25-02-23 Notule; Note e Notizie 04-03-23 Notule; Note e Notizie 11-03-23; Note e Notizie 18-03-23 Notule) per spunti settimanali di riflessione e discussione: qui di seguito si riportano quelli del decimo incontro.

L’attuale concezione neopagana del corpo in versione post-moderna con crescente affermazione di richiami tribali – a giudicare dalla diffusione dei tatuaggi e dei piercing – è troppo distante da quella cristiana medievale perché si possa comprendere immediatamente il sentimento del pudore come lo si concepiva nei secoli di cui ci stiamo occupando. La lenta demolizione dello stile morale personale, seguita negli ultimi decenni del Novecento alla contestazione esplosiva del modello culturale imperante, ha cancellato perfino dal lessico d’uso comune termini come verecondia e pudicizia, dopo aver annullato il valore morale della castità e la rispettabilità sociale della continenza con il loro significato di virtù ammirate dagli antichi Greci, promosse dai Romani e ritenute parte del dovere di ciascuno nell’Europa cristiana.

Per comprendere quel sentimento del pudore è necessario tener conto che il corpo era considerato “tempio dello spirito”, secondo le parole di Gesù Cristo, da impiegare per fare la volontà di Dio, non per tradirlo con il peccato, che si compie non solo soddisfacendo materialmente il desiderio della carne ma anche suscitando la concupiscenza altrui.

Il pudore è, per la coscienza medievale, come una sentinella che vigila costantemente e protegge dal rischio di provare vergogna. La cultura trasmessa in famiglia, dai pulpiti delle chiese e dagli scritti morali degli autori più seguiti ha ricevuto un’impronta di fondamentale importanza all’inizio dei secoli cristiani da Gregorio di Nissa, ossia San Gregorio Nisseno, il fratello minore di San Basilio Magno. Gregorio spiega nel Perì Parthenias o De Virginitate come nascono il pudore e la vergogna: esiste una nudità primitiva, assoluta, innocente come quella di Adamo ed Eva prima del peccato originale, ed una nudità secondaria alla conoscenza del male che si può compiere col corpo nudo e, dunque, colpevole. Gregorio sa che dapprincipio gli uomini erano nudi, ma poi hanno preso a rivestirsi di pelli di animali morti, dopo aver ceduto alla concupiscenza e aver conosciuto il piacere del peccato originale, dal quale nasce ogni male per i mortali. Gregorio infatti scrive: “…l’uomo era nudo, privo di vesti di pelle morta (dérmasi necrois), guardava senza vergogna il volto di Dio”. Dopo il peccato, il corpo, dono divino, ha cessato di essere tempio dello spirito ed è divenuto “carne” (sarx), cioè mezzo di realizzazione del desiderio lussurioso, che lui chiama “pensiero della carne” (phronema tes sarkos) seguendo San Paolo. La vergogna nasce dall’esposizione al giusto e severo giudizio divino e riguarda proprio il corpo nudo – oggi diremmo nella sua realtà erotica – perché quella nudità rievoca il peccato alla coscienza dell’uomo che, per allontanarlo da sé, e in qualche modo negarlo, si riveste di pelli di animali: pelle morta sul corpo mortale che ospita un’anima morta per il peccato mortale.

San Girolamo, altro Padre della Chiesa e autore della Vulgata[6], ha lasciato l’impronta più rigorosa e severa nel pensiero medievale circa la morale sessuale, che ha indotto Franco Rella a parlare di “estremismo sessuofobico” e a descrivere così il suo impegno nel non cedere alle tentazioni e incoraggiare tutti i battezzati a fare altrettanto: “San Gerolamo ha combattuto una battaglia così violenta, disperata, che lo ha portato a pronunciarsi anche contro il matrimonio in toni così accesi che lo costrinsero ad abbandonare Roma, dove si era recato dopo le macerazioni nel deserto”[7].

Nella famosa Lettera a Eustochio, detta anche lettera sulla verginità, inviata alla casta figlia della nobildonna romana Paola, Girolamo racconta della sua penitenza nel deserto dove, compagno di scorpioni e belve, emaciato e patito per il lungo digiunare, nel suo corpo irrigidito e freddo, l’incendio della libidine divampava e lo faceva ribollire: “…iam carne praemortua sola libidinum incendia bulliebant[8]. Si tratta di una testimonianza fornita per incoraggiare la giovane alla perseveranza nella fedeltà a Dio, pur nelle prove più difficili, e non si tratta – come ha creduto Franco Rella – del confessare che “non è in grado di difendersi dalla carne e dalla sua ossessione”[9].

Ma è Sant’Agostino, che peraltro rispetto a San Girolamo considera il sacramento del matrimonio superiore a quello dell’ordinazione sacerdotale[10], a portare serenità: se si fa prevenzione, non accade che la carne si ribelli a tal punto da costringere al tormento di una strenua e sofferta lotta, che turba e rende esausti. E la chiave della prevenzione agostiniana è il pudore. La persona pudica non apparirà mai in modo tale da poter divenire oggetto di desiderio e, se non si è desiderati, non solo si riducono le occasioni prossime di peccato, ma anche l’ideazione volta alla carne, che suscita il proprio desiderio; sentirsi costantemente alla presenza di Dio, compiacendolo col pudore che equivale a una rinuncia al peccato, farà il resto.

Nei mille anni seguenti, il ruolo del pudore nella psicologia individuale pur rimanendo importante, secondo quanto si deduce dalle vicende biografiche, sembra perdere progressivamente rilievo nella protezione dal peccato e ci appare in tante sfumature e sfaccettature differenti.

Sembra che, col passare dei secoli, alcuni valori autenticamente cristiani divengano poco per volta semplice costume, in un processo di progressivo svuotamento della sostanza e affermazione farisaica della forma. La castità della giovane donna viene spesso menzionata come dovere a tutela dell’onorabilità della famiglia, e la fedeltà della moglie non è considerata una libera espressione di amore, ma un obbligo che un marito in armi e assente per doveri bellici, intende far rispettare imprigionando la parte del corpo della consorte che minaccia il suo onore in una cintura di castità che nessun altro può aprire.

Già la scolastica si era impegnata nel definire le condizioni di liceità delle attività umane, superando il manicheismo del bene e del male applicato anche alle più piccole cose; poi, nel corso dei secoli, si erano andate affermando una serie di eccezioni al regime penitenziale prevalente, scandito dalle quattro tempora annuali e finalizzato all’espiazione dei peccati: giostre, giochi, fiere e feste di popolo associate alle celebrazioni religiose e, non di rado, deprecate dal clero. [BM&L-Italia, marzo 2023].

 

Notule

BM&L-25 marzo 2023

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] I cacatua sono dei grandi uccelli psittacidi con zampe e becco come quelli dei grandi pappagalli, ma con la peculiarità che le piume del capo, normalmente aderenti, possono essere dispiegate a ventaglio nella caratteristica cresta erettile. Altra peculiarità anatomica è la presenza di una cistifellea. Il nome cacatua deriva dal termine col quale sono designati nella lingua malese, in realtà attraverso un gioco di parole basato sull’assonanza: kakatua è ottenuto da kaka, che vuol dire pappagallo, ma è anche omofono di kakak che significa sorella, cui si aggiunge -tua da tuwha che sta per “maggiore”, “più anziana”, “più vecchia”. Dunque, kakatua allude all’atteggiamento da “sorella maggiore” che assume verso l’uomo questo uccello quando è tenuto in cattività.

[2] Note e Notizie 31-03-07 Il sesso e il nervo sconosciuto.

[3] Thomas Hobbes, Leviatano, p. 205, Bompiani, Milano 2001.

[4] Salvatore Natoli, L’edificazione di sé – Istruzioni sulla vita interiore, pp. 96-97, GLF Editori Laterza, Bari 2010.

[5] Immanuel Kant, Idea per una storia universale vista dal punto di vista cosmopolitico, in Id., Stato di diritto e società civile, p. 108, Editori Riuniti, Roma 1982.

[6] La Vulgata è la prima traduzione completa in latino della Bibbia. Girolamo fu incaricato di rivedere la traduzione esistente dei Vangeli da Papa Damasio I nel 382; nel 390 avviò la traduzione del Vecchio Testamento e completò l’opera 23 anni dopo.

[7] Franco Rella, Figure del male, p. 117, Feltrinelli, Milano 2002.

[8] Girolamo, De custodia virginitatis, Ep. XXII, in Patrol lat., XXII, coll. 394-425. Questa epistola è da molti considerate il capolavoro della letteratura ascetica cristiana.

[9] Franco Rella, Figure del male, op. cit., p. 118.

[10] Come è noto, Sant’Agostino individuava la superiorità nel fatto che nell’ordinazione si consacra lo spirito, mentre nel matrimonio si consacrano spirito e corpo.