Notule
(A cura di LORENZO L. BORGIA &
ROBERTO COLONNA)
NOTE E NOTIZIE -
Anno XX – 25 marzo 2023.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale
di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la
sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici
selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.
[Tipologia
del testo: BREVI INFORMAZIONI]
In
Ucraina uno studio sul long-COVID rileva lo stile di vita non salutare tra i
fattori di rischio.
Mentre Zelensky denuncia la “ferocia bestiale” della Russia, che intanto premia
il pilota che ha abbattuto il drone USA, la popolazione dell’Ucraina affronta anche
gli effetti del long-COVID. I sintomi
comuni, ha rilevato uno studio di Iryna Muzyka e colleghe pubblicato online mercoledì 22,
sono associati a manifestazioni neuro-cognitive e algiche. La prevalenza del
long-COVID è risultata del 23%, con questi fattori di rischio “centrati sulla
fisiologia”: sesso femminile, età superiore ai 38 anni, stile di vita non
salutare, indice di massa corporea (BMI) elevato, alto livello dei marker
di infiammazione durante l’infezione da SARS-CoV-2. [cfr. Muzyka I., et al., Inflammofarmacology
– AOP doi: 10.1007/s10787-023-01177-1, 2023].
I maltrattamenti infantili alterano
lo sviluppo cerebrale di aree di assoluta importanza. Una
meta-analisi di 45 studi, per un totale di 2550 bambini sottoposti a
maltrattamenti confrontati con 3739 bambini non maltrattati, ha rilevato
deficit strutturali nei giri cingolato mediano e paracingolato,
assottigliamento corticale nel giro frontale medio di sinistra, giro cingolato
anteriore di destra e riduzione del volume della materia grigia nell’area
motoria supplementare. Questi effetti dei traumi psichici precoci non riguardano
solo la regolazione dello stress e la fisiologia affettiva e sociale, ma
anche le funzioni cognitive. [Cfr. Wei Yang et al. Psychological Medicine
–
AOP doi: 10.1017/S0033291723000661, Mar 22, 2023].
Cosa
rivela l’analisi funzionale di alto rendimento dei geni dell’autismo in Danio
rerio.
L’analisi funzionale di 10 geni ASD (autism
spectrum disorder) a livello comportamentale,
strutturale e di circuito, in mutanti di Danio rerio, ha rivelato gli effetti della perdita di
funzione genica. Mediante mappatura dell’encefalo si sono identificati il
proencefalo e il cervelletto quali maggiori responsabili delle differenze di
dimensioni anatomiche, mentre le regioni implicate nel controllo senso-motorio,
particolarmente le dopaminergiche, sono associate ad alterata attività
cerebrale di base. L’incremento globale della microglia per la perdita
di funzione dei geni ASD implica una disfunzione neuroimmunitaria quale
elemento rilevante della biologia di questi disturbi. [Cfr. Mendes H. W. et
al., Cell Rep. 42 (3): 112243, 2023].
L’identità
dei neuroni definisce la tossicità delle proteine patogene di Parkinson e
Alzheimer.
Le proprietà intrinseche del tipo cellulare neuronico si sono rivelate in grado
di modulare la tossicità di α-sinucleina e tau in Drosophila, e i
geni marker di vulnerabilità o resistenza nell’uomo come nel moscerino
sono modificatori della tossicità. Roman
Praschberger e colleghi hanno anche rilevato che l’omeostasi
del calcio e le vie sinaptiche modulano la tossicità della tau. Infine, le vie che
definiscono la vulnerabilità nell’insetto, nell’uomo indicano il tipo di
neurone affetto. [Cfr. Praschberger R., et al., Neuron – AOP doi: 10.1016/j.neuron.2023.02.033, March 21, 2023].
I colpi di testa nel calcio
accrescono il rischio di malattie neurodegenerative? 6007
giocatori di calcio svedesi (510 portieri) e un numero superiore di controlli
sono stati studiati e monitorati in una indagine clinico-epidemiologica
nazionale in Svezia, inizialmente concepita su 7386 calciatori professionisti e
dilettanti che avessero disputato almeno un incontro di calcio nel campionato
ufficiale tra il 1924 e il 2019. Al follow-up l’8,9% dei calciatori è risultato
affetto da una malattia neurodegenerativa contro il 6,2% dei non calciatori. L’Alzheimer
e altre demenze erano più frequenti nei giocatori di calcio rispetto ai
controlli, mentre la SLA – a differenza di quanto si temeva – non ha presentato
una maggiore frequenza; la malattia di Parkinson era meno frequente tra i
calciatori. Il rischio di malattia neurodegenerativa era maggiore per i giocatori
di movimento e non per i portieri. [Cfr. Peter Ueda et al., The Lancet – AOP doi: 10.1016/S2468-2667(23)00027-0,
2023].
L’azione anti-infiammatoria dei
flavonoidi contrasta Alzheimer, Parkinson e ictus ischemico. Ai
flavonoidi, la classe più comune di polifenoli ad azione antiossidante presente
nella frutta e in tanti altri alimenti di origine vegetale, abbiamo dedicato
sempre molta attenzione e trattazioni dettagliate. Ora, una rassegna di nuovi
studi sulle proprietà anti-infiammatorie di quercetina, epigallocatechina-3-gallate
e miricetina nell’ictus ischemico focale, nell’Alzheimer e nel Parkinson,
dimostra che queste molecole riducono la microglia attivata e varie citochine
proinfiammatorie e, inoltre, inattivano i fattori di trascrizione
correlati a infiammazione e inflammasomi. [Cfr. Hilda Martinez-Coria et al.,
Int J Mol Sci. 24 (5): 4297, 2023].
Come
un minuscolo gamberetto genera uno sparo con un movimento ultrarapido. L’efficacia della sezione motoria
del sistema nervoso del pistol shrimp, un piccolo gambero che batte le
chele producendo un rumore simile allo sparo di un’arma da fuoco, è stata
documentata da una videocamera annessa a un microscopio. Un nuovo studio ha documentato che i giovani gamberi, a una velocità 20
volte superiore a quella dei genitori, compiono un movimento delle chele così
rapido che ha richiesto una frequenza di 300.000 frame al secondo per
essere rilevato; tale moto genera sott’acqua una bolla d’aria che esplode
rilasciando un’onda di shock, un lampo di luce e l’effetto acustico di
un potente colpo di arma da fuoco. Jacob Harrison della Duke University ha
postato su YouTube una slow motion della scoperta, che rende
visibile la formazione della bolla. [Cfr. Harrison J. S. & Patek S. N., Journal of
Experimental Biology 226 (4): jeb244645, 2023].
I
Cacatua di Goffin hanno rivelato un’abilità riconosciuta finora solo agli
scimpanzé.
Un bellissimo pappagallo bianco, che regge nel becco una vistosa bacchetta color
fucsia, si ferma sospeso in volo a forza d’ali davanti alla sua elegante dimora
temporanea dalle pareti di vetro, dove eseguirà un compito videoregistrato per
un esperimento. È un Cacatua di
Goffin o Cacatua goffiniana, una specie originaria dell’arcipelago
indonesiano delle Tanimbar[1].
L’uso di set di strumenti costituisce uno degli esempi
più elaborati di tecnologia animale e in natura questa abilità era stata
documentata e riconosciuta solo agli scimpanzé; recentemente si è dimostrato
che anche i Cacatua di Goffin la possiedono. Un criterio per giudicare il genuino
impiego di un set di strumenti è il suo trasporto flessibile come strategia
preventiva, prima di cominciare il lavoro: il secondo strumento non è cercato e
trasportato dopo aver ottenuto un risultato col primo strumento e, dunque, il suo
uso non è determinato dall’esito, ma è previsto in anticipo dall’animale.
In tre esperimenti controllati, Antonio J.
Osuna-Mascarò e colleghi hanno rilevato e dimostrato che i Cacatua di Goffin
possono innovare l’uso e trasportare un nuovo set di strumenti per l’impiego nel
futuro immediato. [Cfr. Osuna-Mascarò A. J., et
al., Current Biology 33
(5): 849-857.E4, March 13, 2023].
Nervo cranico zero: un incontro della
Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia per promuoverne lo studio. Si sono
prese le mosse dall’aggiornamento dello scorso anno (Note e Notizie 15-10-22
Il sesso e il nervo cranico zero) compiuto quindici anni dopo la pubblicazione
del nostro articolo Il sesso e il nervo sconosciuto[2], che
indusse a includere la trattazione del tredicesimo nervo cranico nelle lezioni
di anatomia di varie facoltà mediche italiane, e si è discusso della mancanza
di progetti di ricerca su questo nervo nel nostro paese, nonostante l’interesse
suscitato da entrambi i nostri saggi. Si è convenuto che l’argomento, ancora
familiare solo a una ristretta cerchia di specialisti, dovrebbe essere reso
noto anche a coloro che sono più vicini alle fonti di finanziamento. Si nota,
per inciso, che Wikipedia alla voce “nervo terminale” porta il collegamento
esterno al nostro articolo del 2007, ma ancora ignora il nostro fondamentale
aggiornamento del 2022. [BM&L-Italia, marzo 2023].
Risoluzione
di un problema della terapia delle mutilazioni genitali femminili (FGM). La barbara pratica delle
mutilazioni genitali femminili (FGM) esercitata nel nostro paese da immigrati come
antico rituale tribale e dalla nostra società scientifica combattuta con un
impegno al fianco delle associazioni umanitarie, lascia anche ferite invisibili
della psiche che spesso richiedono un intervento terapeutico articolato e competente.
Il desiderio di recuperare integrità e di cancellare gli effetti nel corpo e
sulla mente della cruenta asportazione dei due terzi anteriori dei genitali
esterni, porta sempre più spesso le donne a sottoporsi a terapia chirurgica
ricostruttiva, ma frequentemente il decorso post-operatorio è problematico a
causa di un tempo di riepitelizzazione del clitoride di
circa tre mesi e, soprattutto, dello sviluppo di dolore cronico.
Enrico
Tognazzo, Sarah Berndt e
Jasmine Abdulcadir dell’Università di Ginevra hanno adottato
nella terapia chirurgica ricostruttiva l’A-PRP (autologous
platelet rich plasma)
ottenendo in tutti i casi una riduzione significativa dei tempi di ricostituzione
dell’epitelio e l’assenza di dolore vulvare cronico. Tutte le donne operate
hanno dichiarato piena soddisfazione per il recupero della propria immagine
corporea. [Cfr. Aesthet
Surg J. – AOP doi: 10.1093/asj/sjac265,
2023].
Una possibilità per ritrovare il
filo del discorso sull’uomo interrotto dalla distruttività. Quale eredità
del Novecento e delle sue pratiche distruttive avviate dal pensiero di fine
Ottocento, oggi la trasmissione attraverso l’educazione di compiuti modelli
antropologici è diventata un’eccezione, mentre la regola è il vuoto interiore, nascosto
a sé stessi dall’impegno nel perseguire interessi individualistici e nascosto
al mondo dall’esibizione di “buoni sentimenti” ambientalisti e umanitari. Come in
epoca antica sono in questione le cause di inimicizia nei rapporti umani (homo
homini lupus) e la pretesa di ricevere, quale bisogno d’amore, senza
la capacità di donare, quale arte di amare. In altri termini, come
allora, ancora oggi è questione di limiti da superare e virtù da incarnare. E
di virtù e passioni trattano Cartesio, Spinoza, Leibniz e tanti altri fino all’illuminismo,
ma nel pensiero moderno l’interesse principale si è spostato dalla dimensione
interiore a quella sociale.
Il filosofo moderno, forse seguendo uno stile inaugurato
dagli empiristi inglesi, si tiene lontano da tentazioni pedagogiche e propone
analisi della realtà invece di insegnamenti per migliorarla e, nello studio
della dimensione sociale dell’uomo, Hobbes individua tre principali cause di
contesa: “la competizione; secondariamente la diffidenza; in terzo luogo la gloria”[3].
L’idea che il filosofo Salvatore Natoli si è fatto
dei rapporti interpersonali nella società contemporanea è ispirata a un crudo
realismo che estende la prevalenza a generalità, e noi, pur augurandoci che la
nostra visione, e nel nostro piccolo la nostra pratica di vita, non costituiscano
isolate eccezioni, non possiamo ignorarla. Natoli prende le mosse dal costante
combattersi degli uomini che, nel corso della storia, ha ceduto il passo in
misura crescente alla possibilità di trattare, negoziare, contrattare, scambiare,
invece di annientarsi a vicenda: trovare un accordo su una convenienza reciproca:
“Un simile modo di rapportarsi è venuto mano a mano permeando quasi per intero
le relazioni umane e, di fatto, le ha mutate tutte in relazioni di affari.
[…] Il nostro modo abituale di relazionarci ha assunto così il carattere
proprio delle transazioni commerciali, e la ricerca di reciproci vantaggi impronta
di sé i rapporti sociali e perfino i legami personali. […] A transazione
avvenuta alcuni rapporti si estinguono e altri se ne tessono a seconda delle
convenienze, ma senza obblighi di fedeltà. Accade perfino nelle
relazioni intime. E così si sta con gli altri rimanendo estranei e soli. Non resta
che comprarsi la compagnia”[4].
Dobbiamo dunque soccombere e accettare passivamente come
stato di fatto ineluttabile la mercificazione e monetizzazione dei rapporti
umani? Considerarla parte della realtà attuale inscindibilmente legata a tutte
le contraddizioni e convenzioni del mondo contemporaneo, ossia una realtà globalizzata
e, in quanto tale, impossibile da cambiare?
Eppure sappiamo che si tratta di un esito non
intenzionalmente gestito dei grandi scontri ideologici del secolo scorso, in
cui la battaglia tra capitalismo e comunismo ha lasciato in eredità la priorità
dell’interesse economico, il conflitto fra religioni ha prodotto la tendenza a
un passivo agnosticismo, le periodiche seduzioni nichiliste hanno indotto a
ricondurre a ragione, attraverso la legittimità, le condotte autodistruttive. È
necessario averne coscienza per poter scegliere e, soprattutto, sapere che non
si è obbligati ad adeguarsi.
E se decidessimo di riprendere la riflessione sui
rapporti interpersonali dal punto in cui l’aveva lasciata Kant?
È proprio quello che abbiamo fatto al seminario sull’Arte
del Vivere.
Kant parlava di una insocievole socievolezza dell’uomo
e la riportava al problema di contemperare le esigenze personali con quelle
sociali. La via da percorrere, secondo il filosofo tedesco, è una riscoperta
della sostanza delle virtù, a cominciare dall’integrità personale intesa
come conformità agli imperativi, perché da questi contenuti autenticamente
vissuti deriva il conferimento di valore ai rapporti e, in ultima analisi, il
bene civile. Leggiamo Kant: “Siamo acculturati in alto grado grazie all’arte e
alla scienza, siamo civilizzati, fino al fastidio, nei più svariati
comportamenti sociali di garbo e decoro. Ma a poterci ritenere moralizzati manca
ancora moltissimo” E infine: “Qualsiasi bene, ora, che non si innesti su un’intenzione
moralmente buona è nient’altro che mera parvenza e rilucente miseria”[5].
Dunque, la sostanza delle virtù come esercizio
individuale che, attraverso il conferimento di valore ai rapporti, si traduce
in pratica sociale virtuosa se origina da una profonda moralizzazione della
coscienza che genera le intenzioni. [BM&L-Italia, marzo 2023].
La mente medievale alle origini del
mentale moderno e contemporaneo (X) è una tematica che stiamo sviluppando al Seminario sull’Arte
del Vivere (v. Note e Notizie 21-01-23 Notule; Note e Notizie 28-01-23 Notule; Note
e Notizie 04-02-23 Notule; Note e Notizie 11-02-23 Notule; Note e Notizie 18-02-23
Notule; Note e Notizie 25-02-23 Notule; Note e Notizie 04-03-23 Notule; Note e
Notizie 11-03-23; Note e Notizie 18-03-23 Notule) per spunti settimanali di riflessione
e discussione: qui di seguito si riportano quelli del decimo incontro.
L’attuale concezione neopagana del corpo in versione
post-moderna con crescente affermazione di richiami tribali – a giudicare dalla
diffusione dei tatuaggi e dei piercing – è troppo distante da quella
cristiana medievale perché si possa comprendere immediatamente il sentimento
del pudore come lo si concepiva nei secoli di cui ci stiamo occupando.
La lenta demolizione dello stile morale personale, seguita negli ultimi decenni
del Novecento alla contestazione esplosiva del modello culturale imperante, ha
cancellato perfino dal lessico d’uso comune termini come verecondia e pudicizia,
dopo aver annullato il valore morale della castità e la rispettabilità sociale
della continenza con il loro significato di virtù ammirate dagli antichi
Greci, promosse dai Romani e ritenute parte del dovere di ciascuno nell’Europa
cristiana.
Per comprendere quel sentimento del pudore è
necessario tener conto che il corpo era considerato “tempio dello spirito”,
secondo le parole di Gesù Cristo, da impiegare per fare la volontà di Dio, non
per tradirlo con il peccato, che si compie non solo soddisfacendo materialmente
il desiderio della carne ma anche suscitando la concupiscenza altrui.
Il pudore è, per la coscienza medievale, come
una sentinella che vigila costantemente e protegge dal rischio di provare vergogna.
La cultura trasmessa in famiglia, dai pulpiti delle chiese e dagli scritti morali
degli autori più seguiti ha ricevuto un’impronta di fondamentale importanza all’inizio
dei secoli cristiani da Gregorio di Nissa, ossia San Gregorio Nisseno, il
fratello minore di San Basilio Magno. Gregorio spiega nel Perì Parthenias o De Virginitate
come nascono il pudore e la vergogna: esiste una nudità primitiva, assoluta,
innocente come quella di Adamo ed Eva prima del peccato originale, ed una
nudità secondaria alla conoscenza del male che si può compiere col corpo nudo e,
dunque, colpevole. Gregorio sa che dapprincipio gli uomini erano nudi, ma poi
hanno preso a rivestirsi di pelli di animali morti, dopo aver ceduto alla
concupiscenza e aver conosciuto il piacere del peccato originale, dal quale
nasce ogni male per i mortali. Gregorio infatti scrive: “…l’uomo era nudo,
privo di vesti di pelle morta (dérmasi necrois), guardava senza vergogna il volto di Dio”.
Dopo il peccato, il corpo, dono divino, ha cessato di essere tempio dello
spirito ed è divenuto “carne” (sarx), cioè
mezzo di realizzazione del desiderio lussurioso, che lui chiama “pensiero della
carne” (phronema tes
sarkos) seguendo San Paolo. La vergogna nasce dall’esposizione
al giusto e severo giudizio divino e riguarda proprio il corpo nudo – oggi diremmo
nella sua realtà erotica – perché quella nudità rievoca il peccato alla coscienza
dell’uomo che, per allontanarlo da sé, e in qualche modo negarlo, si
riveste di pelli di animali: pelle morta sul corpo mortale che ospita un’anima
morta per il peccato mortale.
San Girolamo, altro Padre della Chiesa e autore
della Vulgata[6], ha
lasciato l’impronta più rigorosa e severa nel pensiero medievale circa la morale
sessuale, che ha indotto Franco Rella a parlare di “estremismo sessuofobico” e a
descrivere così il suo impegno nel non cedere alle tentazioni e incoraggiare
tutti i battezzati a fare altrettanto: “San Gerolamo ha combattuto una
battaglia così violenta, disperata, che lo ha portato a pronunciarsi anche
contro il matrimonio in toni così accesi che lo costrinsero ad abbandonare
Roma, dove si era recato dopo le macerazioni nel deserto”[7].
Nella famosa Lettera a Eustochio,
detta anche lettera sulla verginità, inviata alla casta figlia della
nobildonna romana Paola, Girolamo racconta della sua penitenza nel deserto dove,
compagno di scorpioni e belve, emaciato e patito per il lungo digiunare, nel
suo corpo irrigidito e freddo, l’incendio della libidine divampava e lo faceva
ribollire: “…iam carne praemortua
sola libidinum incendia bulliebant”[8]. Si tratta
di una testimonianza fornita per incoraggiare la giovane alla perseveranza
nella fedeltà a Dio, pur nelle prove più difficili, e non si tratta – come ha
creduto Franco Rella – del confessare che “non è in grado di difendersi dalla
carne e dalla sua ossessione”[9].
Ma è Sant’Agostino, che peraltro rispetto a San
Girolamo considera il sacramento del matrimonio superiore a quello dell’ordinazione
sacerdotale[10], a
portare serenità: se si fa prevenzione, non accade che la carne si ribelli a
tal punto da costringere al tormento di una strenua e sofferta lotta, che turba
e rende esausti. E la chiave della prevenzione agostiniana è il pudore.
La persona pudica non apparirà mai in modo tale da poter divenire oggetto di
desiderio e, se non si è desiderati, non solo si riducono le occasioni prossime
di peccato, ma anche l’ideazione volta alla carne, che suscita il proprio desiderio;
sentirsi costantemente alla presenza di Dio, compiacendolo col pudore che equivale
a una rinuncia al peccato, farà il resto.
Nei mille anni seguenti, il ruolo del pudore nella
psicologia individuale pur rimanendo importante, secondo quanto si deduce dalle
vicende biografiche, sembra perdere progressivamente rilievo nella protezione
dal peccato e ci appare in tante sfumature e sfaccettature differenti.
Sembra che, col passare dei secoli, alcuni valori
autenticamente cristiani divengano poco per volta semplice costume, in
un processo di progressivo svuotamento della sostanza e affermazione farisaica della
forma. La castità della giovane donna viene spesso menzionata come dovere a
tutela dell’onorabilità della famiglia, e la fedeltà della moglie non è considerata
una libera espressione di amore, ma un obbligo che un marito in armi e assente
per doveri bellici, intende far rispettare imprigionando la parte del corpo
della consorte che minaccia il suo onore in una cintura di castità che nessun altro
può aprire.
Già la scolastica si era impegnata nel definire le
condizioni di liceità delle attività umane, superando il
manicheismo del bene e del male applicato anche alle più piccole
cose; poi, nel corso dei secoli, si erano andate affermando una serie di eccezioni
al regime penitenziale prevalente, scandito dalle quattro tempora annuali e
finalizzato all’espiazione dei peccati: giostre, giochi, fiere e feste di
popolo associate alle celebrazioni religiose e, non di rado, deprecate dal
clero. [BM&L-Italia, marzo 2023].
Notule
BM&L-25 marzo 2023
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La
Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International
Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze,
Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale
94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.
[1]
I cacatua sono dei grandi
uccelli psittacidi con zampe e becco come quelli dei grandi pappagalli,
ma con la peculiarità che le piume del capo, normalmente aderenti, possono
essere dispiegate a ventaglio nella caratteristica cresta erettile. Altra
peculiarità anatomica è la presenza di una cistifellea. Il nome cacatua deriva
dal termine col quale sono designati nella lingua malese, in realtà attraverso
un gioco di parole basato sull’assonanza: kakatua
è ottenuto da kaka, che vuol dire pappagallo,
ma è anche omofono di kakak che significa sorella,
cui si aggiunge -tua da tuwha che sta
per “maggiore”, “più anziana”, “più vecchia”. Dunque, kakatua
allude all’atteggiamento da “sorella maggiore” che assume verso l’uomo questo
uccello quando è tenuto in cattività.
[2] Note e Notizie 31-03-07 Il sesso
e il nervo sconosciuto.
[3] Thomas Hobbes, Leviatano,
p. 205, Bompiani, Milano 2001.
[4]
Salvatore Natoli, L’edificazione
di sé – Istruzioni sulla vita interiore, pp. 96-97, GLF Editori Laterza, Bari
2010.
[5] Immanuel Kant, Idea per una
storia universale vista dal punto di vista cosmopolitico, in Id., Stato
di diritto e società civile, p. 108, Editori Riuniti, Roma 1982.
[6]
La Vulgata è la
prima traduzione completa in latino della Bibbia. Girolamo fu incaricato di
rivedere la traduzione esistente dei Vangeli da Papa Damasio
I nel 382; nel 390 avviò la traduzione del Vecchio Testamento e completò l’opera
23 anni dopo.
[7] Franco Rella, Figure del male,
p. 117, Feltrinelli, Milano 2002.
[8] Girolamo, De custodia virginitatis, Ep. XXII,
in Patrol lat., XXII, coll. 394-425.
Questa epistola è da molti considerate il capolavoro della letteratura ascetica
cristiana.
[9] Franco Rella, Figure del male,
op. cit., p. 118.
[10] Come è noto, Sant’Agostino individuava
la superiorità nel fatto che nell’ordinazione si consacra lo spirito, mentre
nel matrimonio si consacrano spirito e corpo.